Tutte le specie sociali hanno nel loro repertorio comportamentale una serie di schemi che permettono loro di comunicare con individui della stessa specie e di specie diversa. In questo articolo andremo ad approfondire i moduli comportamentali e la comunicazione all’interno dei gruppi di suini.
L’etologia e la comunicazione animale
Per capire come il suino comunica è necessario fare prima un’introduzione all’etologia. Quest’ultima è la scienza che studia il comportamento animale, più precisamente si occupa dello studio biologico e comparato del comportamento animale. Nel lontano XIX secolo, Charles Darwin fu il primo a dare importanza alle caratteristiche psichiche degli animali, concetti che più avanti vennero ripresi e approfonditi dai primi veri etologi, quali Nikolaas Tinbergen e Konrad Lorenz. L’etologia moderna si occupa di diversi temi e tra questi indaga anche la comunicazione animale. Tutta la comunicazione animale passa attraverso i canali sensoriali e si distinguono più tipi di comunicazioni in base agli organi di senso coinvolti.
La gerarchia sociale dei suini
È possibile distinguere due tipi di comunicazione: comunicazione intraspecifica e comunicazione interspecifica. La prima riguarda schemi comunicativi utilizzati fra individui appartenenti alla stessa specie, mentre la seconda riguarda schemi comunicativi utilizzati fra individui di specie diverse.
Una delle funzioni principali della comunicazione intraspecifica è quella di instaurare una gerarchia. Infatti, attraverso i canali comunicativi, gli animali, in questo caso i suini, sono in grado di imporre un ordine gerarchico all’interno di un gruppo di individui. Gli antenati del suino d’allevamento, i cinghiali e i suini selvatici sono animali gregari e tale scelta fa parte di una strategia anti-predatoria. L’unità sociale di base è rappresentata dal gruppo materno: le femmine vivono a stretto contatto con la loro prole mentre i maschi sono abitualmente solitari o a volte riuniti in gruppi che, comunque, sono meno stabili nel tempo di quelli costituiti dalle femmine con i piccoli. La natura gregaria si ritrova anche nei suini addomesticati, che stabiliscono gerarchie in base all’età e alle dimensioni degli animali. Le gerarchie presenti in natura si riproducono anche in allevamento. Le posizioni sociali vengono stabilite subito dopo la nascita, entro i primi 2 giorni, tramite accessi combattimenti con uso di denti. Il fine di questi combattimenti è quello di assicurarsi i capezzoli più ambiti (quelle anteriori), in quanto presentano più latte e di qualità maggiore.
I suinetti che si alimentano dai capezzoli anteriori sono quelli più pesanti e nati prima. Questi animali sono chiamati dominanti e rimarranno tali per sempre se lasciati nello stesso gruppo. Infatti, quando si formano nuovi gruppi, nelle prime 24 ore si svolgono combattimenti con i suini nuovi per la formazione della gerarchia, e non è detto che un suino dominante nel gruppo precedente sia dominante anche nel nuovo gruppo. In generale, i suini più piccoli e quelli introdotti più di recente sono sottomessi agli altri. Inoltre, gli animali di un gruppo mantengono una certa “memoria” per la gerarchia sociale. Se allontanato dal branco, un suino non perde il proprio rango sociale fino ad un periodo di 25 giorni: al rientro nel gruppo, l’animale dominante si sdraierà lasciandosi annusare il ventre e verrà riconosciuto dagli altri suini.
I combattimenti delle femmine durano più a lungo rispetto a quelli dei maschi. Le scrofe dominanti danno alla luce un numero maggiore di suinetti rispetto alle subordinate. Questo ha un significato biologico: i figli delle dominanti hanno più probabilità di diventare più grandi e più forti e di essere essi stessi dominanti.
Una volta che si è stabilita la gerarchia, le lotte saranno sostituite da minacce con grugniti acuti e forti e finiti attacchi con il grugno da parte degli animali dominanti verso i subordinati. Quest’ultimi risponderanno allontanando la testa dal corpo del dominante o allontanandosi velocemente.

La comunicazione uditiva
L’udito dei suini è molto sensibile e i segnali vocali costituiscono il principale mezzo di comunicazione intraspecifica. Si tratta di un sistema molto complesso, formato da circa 40 espressioni vocali differenti, soprattutto richiami di allarme e nei confronti dei suinetti. In generale i segnali vocali sono rappresentati da: grugnito semplice, staccato, lungo, latrato e strillo acuto. Ad esempio, lo strillo acuto si manifesta quando l’animale viene colpito o trattenuto, mentre il latrato quando l’animale è spaventato. Il suino, dunque, attraverso l’emissione dei segnali vocali è in grado di comunicare il proprio stato emotivo agli altri individui.
La comunicazione olfattiva
Così come per l’udito, anche l’olfatto è un senso ben sviluppato nel suino grazie al quale raccoglie la maggior parte dell’informazioni presenti nell’ambiente circostante. Inoltre, l’olfatto è importante per l’identificazione reciproca, con gli animali che si annusano soprattutto nella regione del ventre. La comunicazione olfattiva è perciò determinante nelle relazioni sociali con conspecifici e nella possibilità di stabilire gerarchie. Attraverso l’olfatto gli animali sono infatti in grado di distinguere un individuo dominante da uno subordinato mediante la captazione dei ferormoni (odori particolari che gli animali dominanti rilasciano in ambiente per marcare il territorio).
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