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Sfatiamo un mito: la sterilizzazione sui felini

Si sente spesso parlare di sterilizzazione della cagna, ma nella gatta? Con questo articolo ti spieghiamo quanto sia importante sterilizzare anche i felini per limitare il randagismo e la diffusione di malattie.

Un po’ di nozioni sulla riproduzione felina

Il ciclo estrale della gatta si definisce poliestrale stagionale a fotoperiodo positivo, significa che il ciclo è influenzato dalla durata delle giornate e dalla temperatura esterna. Di conseguenza il periodo degli accoppiamenti andrà da inizio della primavera (febbraio/marzo) fino a inizio autunno (ottobre/novembre), anche se una piccola percentuale di gatte può avere delle cucciolate anche in inverno.

Prima del calore vi è la fase di proestro, che può durare da poche ore oppure alcuni giorni, caratterizzata da una serie di comportamenti anomali con lo scopo di attrarre il maschio come: miagolii particolari ad un tono di voce molto elevato, l’animale si rotola insistentemente, sposta la coda e va in lordosi (incurva la schiena), sposta il peso sugli arti posteriori ed urina in luoghi inappropriati.

La fase di estro dura circa 7 giorni in cui è pronta ad accettare il maschio. La gatta, come i conigli, i cammelli ed i furetti, è caratterizzata da un’ovulazione indotta: il maschio, tramite la penetrazione durante l’accoppiamento, stimola l’ovulazione della femmina.

La gravidanza dura circa 60 giorni e la gatta partorirà da 2 a 6 cuccioli i quali inizieranno l’allattamento fino alle 3 settimane di età. Scaduto questo termine, la madre può tornare in calore e quindi accoppiarsi nuovamente, dando alla vita altri cuccioli.

Emergenza gattini

Una volta capito come funziona il ciclo estrale della gatta capiamo che potrebbe accoppiarsi anche 3 volte durante il periodo fertile, dando alla vita dai 6 a 12 gattini. Esportiamo questo piccolo esempio in tutte le regioni d’Italia: inutile dire che è un bel problema di gestione e di salute animale!

Bisogna anche tenere a mente che spesso gli accoppiamenti avvengono tra consanguinei, quindi tra animali imparentati tra loro, questo porterà ad avere un maggior rischio di diffusione di malattie e di avere molti gattini nati che sono poco vitali.

Come si sterilizza un gatto selvatico?

Le associazioni come l’Oasi felina di Casalpusterlengo (con la quale abbiamo già parlato di gatti in questo articolo) hanno anche l’arduo compito di monitorare le varie colonie di gatti presenti sul loro territorio di competenza e fornire loro cibo e acqua. Oltre al loro sostentamento, sono responsabili della sterilizzazione delle gatte assieme all’ASL.

Prima di catturare una gatta per sottoporla alla sterilizzazione è fondamentale capire se sta allattando o meno attraverso degli appostamenti attorno alla colonia oppure, se l’animale si fa avvicinare dall’uomo, tramite l’osservazione delle mammelle.

Una volta appurato che la gatta non sta allattando l’animale viene catturato con una gabbia trappola e l’ASL fornirà il servizio di sterilizzazione. Per una questione di monitoraggio delle gatte, viene immesso un microchip e viene eseguito un taglio all’apice dell’orecchio in modo che, quando verrà liberata vicino alla sua colonia di appartenenza, si possa riconoscere quale animale è stato sterilizzato e quale invece no.

Prima di lasciare la gatta in libertà si esegue sempre una valutazione dell’animale per capire se è in grado di rimanere in libertà o se è necessario tenerlo nella struttura dell’associazione.

L’importante ruolo delle associazioni e delle segnalazioni

Spesso vi sono moltissime segnalazioni da parte di persone che abitano nei pressi delle colonie che chiamano le associazioni quando incontrano una cucciolata situata in un luogo inadatto (come vicino ad una strada trafficata). La cucciolata, assieme alla madre, viene recuperata e portata nella struttura dell’associazione. Dopodiché inizierà un periodo di training in cui le volontarie cercheranno di addomesticare i cuccioli e la madre affinché possano avere più possibilità di essere adottati.

Può capitare però che ci sia una cucciolata senza la madre, questo può essere dovuto a diversi fattori come la morte della gatta oppure che alcuni cuccioli più deboli vengano fatti allontanare deliberatamente dalla madre perché li reputa non abbastanza forti. Anche in questo caso corre loro in aiuto l’associazione: se è passato un giorno dall’abbandono della madre, i cuccioli verranno portati nella struttura e saranno allattati o svezzati.

Per i cuccioli senza mamma è fondamentale avere a disposizione delle persone, sia le volontarie dell’associazione ma anche delle persone esterne ad essa che fungano da stalli per questi animali: le stallanti avranno quindi il compito di allattare o svezzare il gattino per un periodo di tempo limitato, di solito fino a quando non verranno adottati.

Come puoi vedere il mondo dei gatti è complesso, ma ci sono molti modi in cui puoi aiutare questi animali: dalle associazioni alle segnalazioni, dallo stallo alla semplice condivisione delle foto di animali da adottare.

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