Vai al contenuto

Riproduzione selezionata e pedigree: tutto ciò che occorre sapere

Ad oggi si contano più di 450 razze canine nel mondo, tuttavia in pochi sono a conoscenza dei complessi processi di riproduzione selezionata che vi sono dietro e spesso si sottovaluta l’importanza dell’assegnazione del pedigree. Per provare a fare chiarezza, abbiamo parlato con il Dott. Michele Polli, medico veterinario specializzato nella selezione genetica, nonché docente universitario presso l’Università degli Studi di Milano e membro della Commissione Tecnica Centrale dell’ENCI, e con Stefano Beggiato, allevatore, giudice internazionale, responsabile dell’allevamento del pastore tedesco in Italia, Vicepresidente della SAS e membro della Commissione Tecnica Centrale dell’ENCI. Di seguito, vi riportiamo una doppia intervista. Buona lettura!

Buongiorno Professor Polli, la ringraziamo per il suo intervento. Secondo la sua esperienza, cosa si intende per selezione dei riproduttori?

In cinotecnica, cioè nell’ambito dell’attività di chi si occupa di allevamento e di addestramento dei cani di razza, la selezione dei riproduttori, sia maschi che femmine, è utilizzata per ottenere soggetti il più corrispondenti possibile alle caratteristiche morfo-attitudinali di una determinata razza canina. La selezione dei riproduttori ha riguardato da sempre tre caratteristiche principali: la bellezza, il lavoro e la salute. Negli ultimi anni però la selezione esercitata dagli allevatori ha riguardato sempre più una selezione genetica mirata soprattutto alla salute dei riproduttori e quindi all’identificazione di soggetti sani, malati o portatori per tutte le malattie ereditarie che interessano le più diffuse razze canine. Una volta identificati i soggetti malati e portatori è possibile, con opportuni accoppiamenti, eradicare la malattia dall’allevamento.

Quali sono le caratteristiche principali che vengono controllate con la riproduzione selezionata?

Su precise prescrizioni dell’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana (ENCI), in Italia può essere iscritto al Registro dei riproduttori selezionati ogni soggetto iscritto al ROI (Registro delle Origini Italiane) che in manifestazioni ufficiali ENCI, valutato da un esperto giudice specialista di razza, presenti i seguenti requisiti:

  1. giudizio morfologico e comportamentale di idoneità, con sintetica descrizione analitica
  2. per le razze sottoposte a prova di lavoro, certificato di superamento della prova per aderire alla classe lavoro in esposizione prevista per la singola razza, così come determinato dall’ENCI su proposta dell’associazione specializzata interessata.

Inoltre il riproduttore selezionato deve essere controllato per le patologie ereditarie più significative per ciascuna razza, secondo quanto proposto dalle rispettive associazioni specializzate di razza ed approvato dalla Commissione Tecnica Centrale (CTC) dell’ENCI. Il registro dei riproduttori selezionati riporta, oltre ai dati anagrafici e genealogici, le caratteristiche morfo-funzionali, attitudinali e di lavoro, e relative qualifiche acquisite. Inoltre il pedigree rilasciato per ogni cane iscritto al ROI nel registro della “riproduzione ordinaria” ha un colore “ocra”, mentre il pedigree di un riproduttore in “riproduzione selezionata” è di colore rosso.

Quali sono i rischi a cui si va incontro se non viene utilizzata?

La riproduzione selezionata promossa dall’ENCI rappresenta un importante strumento per migliorare la salute ed il benessere dei cani di razza: si cerca un compromesso per mantenere il più possibile il “pool genetico” tipico delle razze in selezione zootecnica, controllando e riducendo al massimo tutte quelle caratteristiche genetiche che possono esprimere fenotipicamente caratteri morfologici o disordini ereditari che si contrappongono ai nuovi criteri di benessere e di salute dei soggetti in riproduzione. Attualmente purtroppo la riproduzione selezionata è ancora poco conosciuta sia dal pubblico che dai veterinari. La sua diffusione è strettamente correlata al pubblico, poiché se questo si mostrasse attento e consapevole e richiedesse agli allevatori garanzie in merito al benessere dei cani di razza allevati, stimolerà sicuramente questi ultimi ad utilizzare tutti gli strumenti che la riproduzione selezionata mette loro a disposizione, per ottenere un sistema etico di selezione che porti ad un miglioramento genetico delle razze canine nel rispetto del loro benessere e della loro salute. 

Immancabile, a tal proposito, è la testimonianza di Stefano Beggiato che, presso Casa Beggiato in Brianza, conduce un arcinoto allevamento di Pastore Tedesco, selezionando attentamente i suoi riproduttori.

Buongiorno Sig. Beggiato, ci racconti come è nata la sua passione per questa razza e quando ha deciso di trasformarla in un vero e proprio lavoro.

La mia passione per il pastore tedesco è nata in tenera età: quando ero piccolo era in voga un telefilm, Le avventure di Rin Tin Tin, che mi ha fatto innamorare di questa razza. Tutti i giorni, terminata la scuola, andavo a vedere un campo di addestramento della SAS vicino casa, dove, tra l’altro, si allenava una volta a settimana la squadra cinofila della Guardia di Finanza; io ero sempre lì a guardarli e ho finito per diventare la loro mascotte.
A quel punto, a sette/otto anni, sono riuscito a farmi comprare da mio padre (che mi ha sempre seguito e incoraggiato a seguire la mia passione) la mia prima cagna (Kafra di Val del Tiepido) che portavo al campo di addestramento; ho così iniziato a partecipare alle mie prime gare (sia di addestramento sia da esposizione) e ho accolto la mia prima cucciolata. Proseguendo su questa strada sono diventato dapprima addestratore ufficiale, poi figurante, fino ad affermarmi come agonista ai massimi livelli, prendendo parte anche a campionati del mondo. Dopo circa vent’anni, ho intrapreso la carriera di giudice di allevamento di pastori tedeschi e selezionatore.


Attualmente sono giudice internazionale, responsabile dell’allevamento del pastore tedesco in Italia e Vicepresidente della SAS. Inoltre, faccio parte della commissione tecnica centrale dell’ENCI.
In Brianza possiedo una bella struttura adibita ad allevamento di circa 10.000 mq, dove io e io mio team di circa 50 persone in tutta Italia ci occupiamo di allevare, selezionare e in generale portare avanti con successo la nostra razza e preparare i nostri cani alle gare.
Per raggiungere questi obiettivi ho dedicato tanto tempo a queste attività, spesso sottraendolo alla mia famiglia.
Fortunatamente però mia figlia sin da piccola mi ha sempre seguito, stando al mio fianco in tutte le gare e in allevamento, e cerca tuttora di portare avanti la nostra passione e dedizione per questa razza.

Da quanti soggetti riproduttori ha preso vita l’allevamento e quanti ne possiede al momento?

I miei primi due cani sono stati Kafra di Val del Tiepido, acquistata negli anni ’70 dal fondatore della SAS, Walter Gorrieri, e Killer Von Haus Unterberg, proveniente da un allevamento tedesco la cui responsabile, Christina Unterberg, è poi diventata una delle mie migliori collaboratrici. Ora ho una quindicina di soggetti tra fattrici e stalloni selezionati da almeno dieci generazioni.

Selezionare significa lavorare a 360° sulla razza per allevare cani sani, belli e con un ottimo carattere che ben si prestano al lavoro ma anche alla vita in famiglia.

S. Beggiato

Quali sono le caratteristiche che devono avere i riproduttori per poter parlare di riproduzione selezionata del Pastore Tedesco?

I riproduttori devono essere estremamente controllati, più che in altre razze: infatti, nel caso del pastore tedesco, per essere iscritto nella riproduzione selezionata sia il soggetto stesso sia i propri generatori devono aver superato la prova SAS di selezione. Per fare ciò, i soggetti devono raggiungere standard fisico-morfologici, caratteriali e di salute.
Per accertare lo stato di salute, a 12 mesi i soggetti destinati alla riproduzione (che non possono essere frutto di accoppiamenti in stretta consanguineità) sono sottoposti a controlli radiografici, al fine di verificare l’effettiva assenza di displasia alle anche e ai gomiti; inoltre devono essere fornite prove genetiche che attestino la parentela del soggetto con i genitori dichiarati.

I soggetti interessati devono poi superare una prova di resistenza di 20 km, così da dimostrare di essere in perfetta forma.
Dal punto di vista caratteriale, vengono valutati attraverso tre prove:

  • la prima viene affrontata prima dell’inizio dell’addestramento, all’età di 9-13 mesi, e consiste in 21 esercizi sostenuti dal cane e dal proprio conduttore, attraverso i quali il giudice può determinare l’indole dell’animale e quindi il suo lavoro futuro (compagnia, guardia, difesa, ricerca su macerie, anti droga, per therapy, conduzione dei ciechi o altro ancora);
  • il secondo test è sostenuto una volta superata l’età di 20 mesi e consiste nel superamento di una prova di brevetto di lavoro costituita da tre sezioni: la pista, dove il cane deve imparare a cercare la traccia di una persona smarrita, esercizi di obbedienza (dalla banale conduzione con e senza guinzaglio a esercizi più complessi) e infine esercizi di difesa, durante i quali il cane deve dimostrare di essere pronto a reagire in caso di pericolo ma sempre sotto il controllo del proprietario;
  • vi sono poi prove di equilibrio, che il cane può superare solo se risulta equilibrato con le persone e indifferente allo sparo.

Da un punto di vista morfologico, e quindi di bellezza il cane deve aver superato, con una buona qualifica, una esposizione. Inoltre, nella prova di selezione stessa, il giudice esegue una descrizione dell’anatomia generale del cane, annotando pregi, difetti, pesi e misure, così che gli altri allevatori possano scegliere i partner ideali per questo soggetto, sia che sia maschio sia che sia femmina.

Come è strutturata la giornata “tipo” di un allevatore? Ci racconti la sua!

In allevamento di standard c’è poco (soprattutto in caso di parti), ma provo comunque a descrivere una giornata tipo. Nei weekend siamo impegnati in numerose gare e allenamenti per portare a termine l’iter di selezione dei nostri pastori tedeschi. Sono sempre impegnato come partecipante, conduttore e, molto spesso, come giudice.
Durante la settimana, solitamente, dopo una sveglia presto, si dà da mangiare ai cani e li si sposta dalla zona notte alla zona giorno; a questo punto ogni box viene accuratamente pulito e igienizzato.
Si tratta di un passaggio molto importante: nell’allevamento parte tutto dalla pulizia, non si può allevare bene se non si pulisce bene.
Dopodiché c’è la cura di ogni singolo soggetto che viene portato fuori, fatto socializzare, spazzolato e controllato e, se occorre, curato.
Nel pomeriggio si passa all’addestramento per fasce di età (dagli esercizi più banali alla preparazione per gare mondiali) e verso sera si ricomincia a ridare da mangiare a tutti soggetti e si sanificano tutti i box della parte giorno e si procede con la pulizia dei recinti esterni.
Diamo poi assistenza a 360°, telefonica e personale, a tutti i nostri clienti, dai neofiti a cui va insegnato tutto ai migliori professionisti e agonisti che richiedono consigli più specifici. 

Per saperne di più continua a seguirci su Vet’s Pills!

La Redazione di Vet’s Pills desidera ringraziare i nostri ospiti per la preziosa intervista.