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Parametri diretti e indiretti: ecco come si valuta il benessere animale

Il mondo della zootecnia è in continua evoluzione per cercare di migliorarsi nel rispetto della sostenibilità e, soprattutto, delle esigenze degli animali: già negli anni ’60 si è iniziato a parlare di benessere animale in allevamento ma.. cosa si intende per benessere animale? E come può essere misurato?

Benessere animale: un concetto in movimento.

Numerosi sono stati (e sono tuttora) i dibattiti sul tema, così come i tentativi di chiarire una volta per tutte che cosa fosse il benessere animale. Hughes, nel 1976, lo definì come lo stato di completa salute fisica e mentale che caratterizza un animale in armonia con il suo ambiente, mentre Broom, dieci anni più tardi, affermò che il benessere non fosse altro che il rapporto tra un organismo vivente e il suo ambiente, che varia secondo un continuum: più l’adattamento è efficace, maggiore sarà il suo livello di welfare. In seguito alla pubblicazione del Brambell report (1965), in cui sono state delineate per la prima volta le Cinque Libertà fondamentali degli animali, l’Unione Europea ha iniziato a rilasciare diverse normative che tutti gli Stati membri devono rispettare e che hanno come scopo garantire il benessere animale. Basandosi su questi principi, gli esperti hanno elaborato i parametri diretti e indiretti, ovvero degli indicatori che permettono di valutare lo stato di salute psicofisica dell’animale in allevamento.

Parametri diretti e indiretti: cosa sono? A cosa servono?

Con il Trattato di Lisbona del 2007, è stato riconosciuto che l’animale sia un animale senziente e si è quindi posto il problema di tutelarne il benessere. A tale scopo, sono stati messi a punto i parametri diretti o animal based (indicatori che si osservano direttamente sugli animali e che consentono di misurare il loro stato di salute fisica e mentale attraverso l’osservazione comportamentale, la valutazione dello stato fisiologico o patologico e della produttività) e i parametri indiretti, che al contrario sono indicatori legati all’allevamento, ovvero a ciò che riguarda la struttura e alla gestione.

Parametri diretti, quali sono?

  • comportamentali, si osserva la reattività verso l’uomo o la presenza di stereotipie (si tratta di comportamenti anomali e ripetuti che vengono manifestati da animali stressati);
  • fisiologici, viene misurata la frequenza respiratoria;
  • produttivi, si valutano parametri riproduttivi o anche il Body Condition Score (all’animale viene dato un punteggio numerico in base alla sua forma fisica);
  • sanitari: l’ispettore deve osservare attentamente l’animale per segnalare la presenza di eventuali lesioni agli arti, alla coda o alla cute; bisogna accertarsi anche che non vi siano problemi digestivi, scoli nasali o oculari, tosse e dispnea (frequenza respiratoria alterata).

Parametri indiretti, quali sono?

  • strutturali, si contano le cuccette in relazione al numero di animali allevati, si controlla se la mangiatoia è accessibile a tutti e anche il tipo di pavimentazione su cui si trovano gli animali;
  • gestionali, viene controllata la modalità di alimentazione, il tipo di lettiera, il modo in cui sono raggruppati gli animali e il microclima presente in allevamento.

La misurazione di questi parametri non è sempre semplice, per questo motivo viene effettuata da esperti che operano nel campo dei controlli zootecnici.

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