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Malattie emergenti: facciamo chiarezza

Adesso che abbiamo capito cosa significa One Health, quali sono i suoi enti competenti e abbiamo approfondito il concetto di zoonosi, oggi ci focalizzeremo sulle malattie emergenti facendo anche riferimento al Coronavirus.

Cosa significa malattia emergente?

Una malattia viene definita emergente quando vi è la presenza di una nuova malattia all’interno di una popolazione causata da agenti eziologici sconosciuti; oppure la malattia è già presente, ma aumenta la sua incidenza o la sua distribuzione geografica diffondendosi in nuove aree.

Le malattie riemergenti invece sono quelle patologie che aumentano la loro incidenza dopo periodi in cui la malattia era meno prevalente sul territorio. Le cause della ricomparsa della malattia sono dovute ad un cambiamento genetico dell’agente eziologico oppure quando il patogeno si diffonde in nuove aree geografiche.

Le malattie emergenti non sono di così facile sviluppo (e per fortuna!) perché vi sono diverse barriere che il patogeno deve superare affinché la malattia possa trasformarsi in malattia emergente. Tra questi fattori troviamo:

  • Distribuzione e densità di reservoir
  • Prevalenza del patogeno
  • Intensità di infezione
  • Sopravvivenza e diffusione del patogeno
  • Esposizione umana

A livello di legislazione, le malattie emergenti sono riportate nel Regolamento UE 2016/429 relativo alle malattie animali trasmissibili.

Alcuni esempi di malattie emergenti:

Quando un agente eziologico già conosciuto viene introdotto in un nuovo ambiente, si trova a che fare con una nuova popolazione e questo causa l’insorgenza di un focolaio o una epidemia.

L’esempio più comune è la zanzara tigre (Aedes albopictus) che trasmette il virus Chikungunya: il primo caso in Italia è avvenuto nel 2007 in Emilia Romagna quando un viaggiatore, da un rientro in India, ha portato il virus nel nostro territorio a seguito di una puntura della zanzara tigre. La diffusione fu molto rapida, ma grazie ad un intervento rapido di disinfestazione di emergenza nell’area in cui si riportava il caso e l’inizio dell’inverno che ha portato ad un abbassamento della temperatura, fu possibile un contenimento dell’epidemia.

Un’altra specie di zanzara killer è la zanzara comune notturna (Culex pipiens) che veicola il virus West Nile, arrivato in Italia nel 2008 tramite gli uccelli migratori dall’Africa, ma a differenza del virus precedente ha trovato un ambiente favorevole per la sua sopravvivenza ed è diventato una malattia endemica.

Anche la zecca è un importante vettore di molte patologie ed è responsabile della diffusione della malattia di Lyme o TBE (encefalite da zecche) presente maggiormente nel Nord-est d’Italia e utilizza animali selvatici, pecore, cani e altri mammiferi per diffondere la malattia.

Parliamo di Coronavirus:

Il virus umano SARS fece la sua prima comparsa nel Novembre 2002 nella provincia di Guandong, in Cina. In pochi mesi, la malattia riuscì a diffondersi in 30 paesi asiatici, ma riuscì ad arrivare anche in Canada, Stati Uniti e in Europa attraverso i viaggiatori che diffusero la malattia in questi paesi.

La SARS contagiò più di 8.000 persone in Cina e ne provocò la morte di 774 causando una vera e propria epidemia, ma grazie alle misure appropriate ed alla messa in quarantena si riuscì a fermare la propagazione della malattia. Per quanto riguarda gli altri paesi, i casi furono molto ridotti ed il contenimento fu rapido e veloce.

Fino a quando non comparì la SARS, gli unici Coronavirus conosciuti erano quelli animali, di conseguenza si iniziò a pensare che il virus della SARS derivasse da un virus di origine animale che, a seguito di una mutazione, si sarebbe adattato alla specie umana.

All’inizio si pensava che i carnivori selvatici e gli animali domestici avevano dato origine alla SARS, ma in seguito si scoprì che vi erano notevoli analogie tra il virus della SARS umano e quello dei pipistrelli che abitavano nel Sud-Est Asiatico, quindi si è pensato che i pipistrelli fossero portatori sani della malattia e che lo avrebbero passato allo zibetto ed infine all’uomo.

L’attuale pandemia di SARS-CoV-2 viene trasmessa da uomo a uomo, ma le prove che abbiamo ci suggeriscono che la malattia è emersa a partire da una fonte animale: infatti possiamo trovare un’elevata somiglianza genetica tra la SARS-CoV-2 con CoV circolanti nelle popolazioni di pipistrelli Rhinolophus.

Ad oggi, non ci sono prove scientifiche sufficienti per identificare la fonte di SARS- CoV-2 o per spiegare la via originale di trasmissione all’uomo (che potrebbe aver coinvolto un ospite intermedio). Sono quindi necessarie ulteriori indagini per determinare come il virus è entrato nella popolazione umana e stabilire il ruolo degli animali in questa malattia.

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