Per comprendere che cosa siano le specie aliene bisogna partire dalle origini del Mediterraneo, un mare peculiare: infatti risulta essere il prodotto di una tormentata storia geologica, dove i continenti si scontrano e le masse d’acqua vanno e vengono, crocevia di influenze biogeografiche tra biota temperato freddo e specie subtropicali.
Tuttavia, oggi è un luogo dove l’urbanizzazione della zona litoranea, la parte più produttiva del mare, sta raggiungendo il culmine soprattutto sulle sponde nord-occidentali mentre sulle sponde meridionali e orientali la crescita incontrollata della popolazione sta producendo una pressione antropica senza precedenti sugli ecosistemi marini (inquinamento, pesca eccessiva, distruzione dell’habitat e introduzione di specie).
L’articolo di oggi verterà sull’ultimo problema citato ossia le specie aliene.
Cosa sono le specie aliene
Le specie aliene sono quelle specie trasportate dall’uomo in modo volontario o accidentale al di fuori della loro area d’origine.
Alcune tra le specie aliene che si insediano con successo nell’area in cui vengono introdotte, si diffondono in maniera rapida causando gravi danni alle specie e agli ecosistemi originari di quel luogo, spesso accompagnati da ricadute economiche e problemi sanitari. Queste specie sono definite specie aliene invasive.
Non tutte le specie aliene sono invasive, lo diventano solo quelle che nell’area di introduzione trovano le condizioni ottimali per riprodursi e diffondersi causando danni ecologici, economici e sanitari. Si stima che ogni cento specie aliene che arrivano in un’area, una sola diventi invasiva.
Il Mediterraneo è il mare più invaso al mondo, anche e soprattutto a causa dei cambiamenti climatici.
Le migrazioni lessepsiane
Indubbiamente l’apertura del Canale di Suez ha facilitato enormemente lo scambio delle merci e il traffico navale ma con il tempo, con l’incremento sempre maggiore delle temperature medie del Mediterraneo e con l’abbassamento sempre maggiore della salinità dei Laghi Amari (unica vera barriera al passaggio degli organismi) la fauna di origine Indo – Pacifica ha iniziato a migrare, complici anche le correnti principali del canale (sud – nord) nel bacino orientale del Mediterraneo dando origine alla più imponente migrazione di organismi mai registrata: questo fenomeno prende il nome di migrazioni lessepsiane.
La migrazione lessepsiana è l’ingresso e la stabilizzazione di specie animali e vegetali dal Mar Rosso nelle acque del Mar Mediterraneo attraverso il Canale di Suez. Il nome deriva da quello di Ferdinand de Lesseps, promotore ed esecutore del canale che unisce il mar Rosso e il Mediterraneo.

Ad oggi, le specie di origine lessepsiana sono rintracciabili in tutto il Mediterraneo e stanno provocando un’alterazione profonda del biota: infatti, almeno 903 specie aliene sono arrivate in Mediterraneo e almeno 74 specie di pesci lessepsiani sono stati scoperti nel bacino del Mediterraneo.
Alcune specie aliene invasive
Tra le specie invasive vanno sicuramente citati pesci coniglio Siganus luridus e Siganus rivulatus, entrambi erbivori e entrambi di origine indo-pacifica. I problemi causati da queste due specie sono legati alla loro competizione con la salpa “nostrana” (Sarpa salpa) perché tutte e tre queste specie sono strettamente erbivore. Tuttavia, i due siganidi riescono ad essere più efficaci nello sfruttare le risorse trofiche che trovano e riescono a surclassare la salpa che in diverse aree del Mediterraneo risulta essere una specie in decremento a causa di altri fattori. I due Siganidi hanno anche delle spine velenose poste sul dorso, che li rende pericolosi, soprattutto se non si riconosce la specie.


Un’altra specie aliena sta causando molta preoccupazione tra i ricercatori è Pterois miles, chiamato anche pesce scorpione. Questo pesce appartiene alla famiglia degli Scorpaenidae e presenta diverse spine velenose. Il pesce scorpione rappresenta un esempio molto ben documentato di una specie invasiva altamente dannosa che si sta espandendo velocemente in tutto il mondo. Questi pesci possono raggiungere una densità di popolazione estremamente elevata e possono alterare profondamente la struttura e la funzionalità di un ecosistema soprattutto attraverso la predazione sui piccoli pesci.

Allo stesso modo, un’altra specie estremamente pericolosa anche per l’uomo è il pesce palla argenteo (Lagocephalus sceleratus): è un pesce osseo d’acqua salata appartenente alla famiglia Tetraodontidae.
Si tratta di una specie diffusa nelle fasce tropicali ed equatoriali degli oceani Indiano e Pacifico. È un migrante lessepsiano ed è penetrato nel mar Mediterraneo orientale dal mar Rosso attraverso il Canale di Suez. Attualmente è frequente nelle acque di Israele, Turchia meridionale ed isola di Rodi. La sua pericolosità deriva dalla presenza, nelle sue carni, della tetrodossina: questa tossina è estremamente tossica anche dopo la cottura del pesce e, in alcuni casi, letale.
Può causare anche problemi a livello economico – sociale perché il suo scarso consumo a causa della potenziale tossicità delle sue carni ne azzera la vendita, causa un maggiore sforzo lavorativo ai pescatori a causa della maggiore presenza di pesci da scartare, c’è la necessità di dover rinforzare le reti con dei fili metallici a causa dei suoi denti capaci di rompere il nylon delle reti e può accelerare l’impoverimento degli stock locali di cefalopodi.

Non ci sono solo pesci alieni ma anche crostacei. Il granchio blu (Callinectes sapidus) è una delle 100 peggiori specie aliene. La distribuzione naturale di questa specie si estende lungo la costa atlantica delle Americhe, dalla Nuova Scozia all’Argentina settentrionale. Tuttaviasi sta diffondendo rapidamente anche lungo la costa orientale del Nord Atlantico e nel Mar Mediterraneo con significative conseguenze ambientali, economiche e sociali.
