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L’ermellino domestico: curiosità, habitat e carattere

Ermellino

Con questo articolo si apre una fantastica collaborazione tra Vet’s Pills e Afroditelo, un’associazione trentina che si occupa di promuovere la cultura umanistica, condividendo contenuti interessanti sui loro canali social e organizzando eventi dal vivo aperti a tutti, sullo sfondo delle più belle città del Trentino. Oggi vi parleremo dell’ermellino e della sua incantevole Dama!

La dama con l’ermellino

Avete mai incontrato quella bellissima dama che guarda sempre a destra come se intravvedesse qualcuno che sta per arrivare dietro di voi? Mi riferisco a quella figura davvero molto elegante che porta una raffinata collana di perle nere. Avete notato il portamento tranquillo e il sorriso compiaciuto appena accennato? Chissà, forse la calma contentezza è dovuta a ciò che sta guardando oppure all’animaletto che
accarezza in braccio. Sapete già di chi stiamo parlando: la Dama con l’ermellino (anche nota con il nome di Cecilia Gallerani) ritratta da Leonardo Da Vinci tra il 1488 e il 1490. Il quadro (Museo Czartoryski, Cracovia) è proprio bello, tanto che il poeta Bernardo Bellincioni scrisse un sonetto dicendo che con tale opera, Leonardo aveva praticamente rubato una stella alla Natura, per questo
invidiosa.

Ma chi era Cecilia Gallerani e cosa simboleggia l’ermellino che tiene affettuosamente tra le braccia? Ella fu una nobildonna italiana che, prima di sposarsi con il conte Ludovico Carminati di Brembilla nel 1492, fu amante di Ludovico Maria Sforza, detto “il Moro”. Il Moro, che all’epoca era reggente del Ducato di Milano, proprio nel 1488 ricevette dal re di Napoli il titolo di cavaliere dell’ordine dell’Ermellino. I critici dell’arte ritengono che l’ermellino potrebbe essere un’allegoria della ragazza, perché il termine greco per
dire ermellino si pronuncia “galé”, in assonanza con Gallerani, il cognome di Cecilia.

L’ermellino: un simbolo di purezza

L’ermellino bianco è emblema di purezza e incorruttibilità, anche se, nella realtà, non sembra essere così docile e amichevole come nel dipinto; questo mustelide è infatti un predatore molto abile e raramente la sua caccia non termina con un banchetto a base di piccoli roditori, uccelli, rettili o invertebrati. La sua tecnica è invidiabile: una volta individuata la preda, l’ermellino la segue e le salta addosso con un solo balzo improvviso, afferrandola per la nuca; il colpo risulta spesso fatale per la vittima. Grazie a questo ingegnoso sistema, è in grado, nonostante i suoi soli 30 cm di lunghezza, ad abbattere prede di dimensioni fino a cinque volte superiori, come i conigli.

L’ermellino è diffuso non solo in Europa, ma anche in Asia e America; il suo habitat ideale è il bosco, ma è riuscito ad adattarsi molto bene anche alle brughiere e alle praterie; in Italia è presente allo stato selvatico soltanto nell’arco Alpino, dove si è insediata una modesta popolazione.

Esiste davvero l’ermellino domestico?

Nonostante questa specie sia conosciuta sin dall’epoca bizantina per la sua pregiata pelliccia, il carattere vivace dell’ermellino e i suoi istinti da predatore lo rendono poco adatto alla vita casalinga, soprattutto in caso di convivenza con altri animali; ciò spiega come mai non si possa parlare propriamente di ermellino domestico, quanto piuttosto di ermellino allevato in cattività.Assai spesso è confuso con il furetto, animale che con il tempo ha acquisito sempre maggiore popolarità. La caratteristica peculiare dell’ermellino è la sua capacità di cambiare il colore del mantello: normalmente bruno chiaro-giallastro, esso assume una colorazione bianca e candida durante l’inverno, che gli consente di mimettizarsi al meglio nella neve e che lo ha reso celebre come animale da pelliccia.

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