Negli ultimi anni si è dibattuto molto in merito agli odierni sistemi di allevamento, al fine di ridurne l’impatto ambientale e di rendere le strutture più accoglienti e confortevoli per gli animali. Tuttavia, spesso si può faticare a orientarsi in questo mondo così vasto e complesso, soprattutto quando si incontra una terminologia tecnica di difficile comprensione. Per aiutarvi, abbiamo deciso di scrivere questo articolo, così da fornirvi punti di riferimento utili per capire qualcosa in più sul mondo zootecnico e per formulare un’opinione più precisa e consapevole a riguardo. Cominciamo!
Cominciamo dalle basi: che cos’è un sistema zootecnico?

Per sistema zootecnico si intende l’organizzazione delle diverse entità che compongono un allevamento e che ne rappresentano le variabili di stato e le rispettive funzioni; esso comprende quindi non solo l’ambiente fisico, i mezzi tecnici, le produzioni, il lavoro e i capitali, ma anche gli animali, i transiti di energia, materiali e informazioni. Un sistema zootecnico viene classificato tenendo conto di quattro criteri:
- Produttività e legame con la base territoriale agricola, da cui dipende il rifornimento degli alimenti zootecnici impiegati nel ciclo produttivo. La dipendenza dal territorio oggi spesso è parziale o addirittura assente, come accade per alcuni allevamenti suini e avicoli, che acquistano i prodotti alimentari per gli animali (realizzati in aree geografiche anche molto distanti) da altre aziende.
- Specializzazione aziendale e livello produttivo degli animali. Le aziende possono essere distinte in specializzate (strutture che allevano una sola specie con un unico indirizzo produttivo prevalente – ad esempio allevamenti che ospitano soltanto bovine per la produzione di latte) e miste; nel secondo caso si tratta di allevamenti che gestiscono animali appartenenti a razze diverse e che possiedono uno o più indirizzi produttivi (ad esempio, allevamenti con ovini da latte e bovini da carne).
- Grado di organizzazione interna. Considerando questo parametro, possiamo distinguere le aziende a seconda del livello tecnologico; oggi molti allevamenti puntano all’impiego dell’intelligenza artificiale, alla meccanizzazione e alla computerizzazione delle operazioni: si tratta della zootecnia di precisione, un ramo della zootecnia che mette la tecnologia al servizio degli animali e degli allevatori, per poter ricevere in tempo reale informazioni sullo stato di salute e sul benessere dei capi allevati e permettere al personale di intervenire il prima possibile in caso di problemi.
- Aspetti socio-economici. Gli allevamenti possono essere classificati in base al contesto sociale ed economico in cui operano, tenendo conto ad esempio dei collegamenti con il mercato nazionale o internazionale.

I diversi sistemi di allevamento: entriamo nel vivo della questione!
Sicuramente avrete sentito parlare di allevamento intensivo o estensivo, ma sapevate che esistono anche delle vie di mezzo? No? Beh, scopriamole insieme!
Allevamento intensivo: caratteristiche
Un allevamento intensivo è spesso una azienda altamente specializzata che ospita razze ad alta produttività, come la Frisona. Gli animali si trovano in strutture confinate dove rimangono tutto l’anno (vi è quindi una totale assenza del pascolo): per questa ragione, ogni ambiente è progettato per soddisfare tutte le loro necessità, nel rispetto degli spazi imposti dalle direttive europee e dalle leggi italiane in vigore. Per ottenere ricoveri così all’avanguardia, però, sono necessari investimenti ingenti. Anche l’alimentazione è assai controllata e studiata in ogni minimo dettaglio. Il livello produttivo è alto, così come il grado di tecnologia e meccanizzazione; spesso si tratta di allevamenti di vacche da latte o centri di ingrasso con un ambiente imprenditoriale maturo e ben collegato.

Allevamento semintensivo: caratteristiche
Si tratta nella maggior parte dei casi di allevamenti misti con più indirizzi produttivi che ospitano spesso razze rustiche o incroci. In questa seconda tipologia di allevamento il pascolo viene sfruttato di giorno mentre di notte gli animali vengono ricondotti nel ricovero, ma il livello produttivo è medio-basso.
Allevamento semiestensivo: caratteristiche
Anche in questo secondo caso gli allevamenti sono misti e sono presenti più indirizzi produttivi; il pascolo, assume un ruolo più importante: viene utilizzato durante i mesi caldi mentre nei mesi freddi gli animali sono ricondotti nelle stalle, talvolta in stabulazione fissa. L’ambiente imprenditoriale è poco rappresentato. Il ricorso alla tecnologia è limitato e il livello produttivo è medio-basso; nella maggior parte dei casi, questa tipologia di allevamento viene sfruttata per razze rustiche o incroci destinati alla produzione di carne. Gli allevamenti di questo tipo sono localizzati in aree rurali e caratterizzate da climi miti.
Allevamento estensivo: caratteristiche
Si tratta di strutture con un indirizzo produttivo quasi sempre misto; i ricoveri sono quasi totalmente assenti e spesso sono rappresentati da boschi, più che da vere e proprie stalle. Per tale ragione, gli investimenti richiesti sono piuttosto bassi e l’alimentazione si basa soltanto sul pascolo. Se da una parte i costi sono ridotti, dall’altra bisogna considerare che il ciclo di produzione è più lungo, con un livello produttivo basso. L’ambiente imprenditoriale è assente e si ha scarso controllo sugli animali. In Italia, gli allevamenti estensivi si concentrano nel Centro-Sud e ospitano nella maggior parte dei casi razze rustiche da carne.
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