Il tuo cane non ha mai avuto problemi, sempre giocherellone e pieno di energia e in perfetta salute. Un giorno però, lo vedi accasciarsi al suolo senza preavviso, riverso su un fianco con la bava alla bocca e degli spasmi muscolari. Dura qualche secondo, ma il tempo sembra infinito. Quello che ha appena avuto è una crisi epilettica e oggi ti spieghiamo come gestirla al meglio, quali sono le possibili cause e quali farmaci sono utilizzati.
Crisi epilettica: scopriamo cos’è
Una crisi epilettica è una scarica elettrica anomala e involontaria che comporta una perdita di conoscenza dell’animale accompagnata da movimenti involontari o convulsioni.
La crisi epilettica è data dall’epilessia, un disturbo neurologico da non sottovalutare, soprattutto perché esistono numerosi fattori che possono portare a questa malattia ed è quindi fondamentale una corretta diagnosi in modo da effettuare anche un corretto trattamento.
I fattori che scaturiscono le crisi epilettiche, come abbiamo detto, sono molteplici: tumore cerebrale, esposizione a tossine, glicemia anomala, malattie renali, anemia e malattie epatiche sono alcune di queste.
Possiamo trovare diversi tipi di epilessia:
- Epilessia idiopatica: quella più frequente, è causata da una malattia ereditaria di cui non si conosce la causa.
- Epilessia sintomatica: le convulsioni appaiono con frequenza e si possono avere danni al cervello.
- Crisi a grappolo: quando il cane ha più di una crisi epilettica nell’arco di 24 ore. Più frequente in cani di taglia grande.
Come riconoscere un attacco epilettico
Si possono distinguere tre fasi che accadono prima, durante e dopo una crisi epilettica:
- Fase pre-ictale: questa fase precede la crisi epilettica vera e propria e dura pochi secondi. Il cane cerca insistentemente il padrone, oppure può nascondersi in giro per la casa. In alcuni casi l’animale può fissare il vuoto o apparire confuso.
- Fase ictale: ovvero la crisi vera e propria, in cui l’animale si accascia al suolo e ha degli spasmi muscolari involontari con perdita di coscienza. Questa fase dura da pochi secondi fino a qualche minuto. In questa fase l’animale può avere una salivazione aumentata e incontrollata e schiuma bianca alla bocca.
- Fase post-ictale: dopo una crisi, l’animale può avere un comportamento anomalo e apparire disorientato, iperattivo, in cerca di cibo e/o acqua oppure essere disorientato e camminare senza meta. Ci sono casi in cui si ha anche una perdita di feci e urina involontaria.
Nella maggior parte dei casi le crisi avvengono alla mattina presto oppure alla sera tardi, ma è importante monitorare il giorno e la durata dell’attacco epilettico in modo da fornire tutte le informazioni necessarie al veterinario.
Cosa fare prima e dopo una crisi epilettica
Nella fase pre-ictale l’animale avrà un comportamento anomalo, quindi sarà abbastanza facile individuare quando inizierà una crisi.
Durante la crisi epilettica è importante evitare di fare rumore, gridare, spostare oggetti e spegnere tutte le luci della stanza. Questo serve per assicurare un ambiente calmo e tranquillo ed evitare che il cane abbia un’ulteriore stimolo esterno. Se proprio volete, parlategli sottovoce, in modo calmo.
E’ assolutamente sconsigliato cercare di aprire la bocca, poiché rischiate di essere morsi o graffiati dato il loro stato di incoscienza ed i movimenti incontrollati. I cani non ingoiano la lingua come può capitare con gli esseri umani, quindi non preoccuparti.
Cerca di tenergli la testa o appoggiala ad un cuscino per evitare che si faccia male, i movimenti improvvisi potrebbero fargli sbattere la testa ripetutamente contro il pavimento.
Dopo la crisi sii paziente: apparirà disorientato, confuso e affamato. Tienilo monitorato fino a quando non avrà ripreso conoscenza e assecondalo per il cibo e acqua. La crisi porta ad avere un aumento della temperatura corporea, utilizza un ventilatore o uno straccio umido sulla testa, pancia e inguine per dare sollievo al tuo cane, questo potrebbe anche evitare l’insorgere un’altra crisi.
Terapia della crisi epilettica
La terapia è considerata una vera e propria sfida per i veterinari, dato il grande numero di fattori che provoca la malattia, ma anche perché il trattamento dovrà essere protratto per tutta la vita dell’animale e il successo terapeutico non è sempre garantito.
Purtroppo non esiste un farmaco che possa eliminare definitivamente la comparsa delle crisi, ma serve a diminuire la durata e la frequenza di una crisi.
Per quanto riguarda la scelta del farmaco anticonvulsivante, l’obiettivo è quello di utilizzare un farmaco che permetta di controllare le crisi e che sia ben tollerato dall’animale: si partirà quindi da un dosaggio più basso e si monitorerà l’andamento delle crisi, in modo da individuare il giusto equilibrio ed eventualmente aggiustare la terapia.
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