
Dove può lavorare un veterinario con la fauna selvatica?
Il veterinario non si occupa solo di animali da reddito o di animali da compagnia: in alcuni casi può occuparsi di fauna selvatica come per esempio nei CRAS (Centro di Recupero Animali Selvatici) o nei CRTM (Centro di Recupero Tartarughe Marine). Può lavorare anche negli IZS (Istituto Zooprofilattico Sperimentale) dove si eseguono le necroscopie su alcuni animali selvatici così come può lavorare in Parchi Nazionali e Aree Marine Protette.
Compiti del veterinario
Il veterinario di fauna selvatica non deve conoscere solamente l’anatomia e la biologia dell’animale ma anche la sua etologia, il suo ruolo ecologico e gli habitat in cui vive, affinché ogni operazione possa essere svolta al meglio.
Non appena un animale arriva nel centro di recupero, il veterinario visita il nuovo ospite entro poche ore, stabilisce i farmaci da somministrare ed esegue eventuali interventi chirurgici.

Il veterinario nell’IZS
In un IZS il veterinario si occupa di ricerca sperimentale sull’eziologia e patogenesi delle malattie infettive e diffusive degli animali, di igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche, di esami per la diagnosi di laboratorio delle malattie animali, di sicurezza microbiologica e chimica degli alimenti di origine animale destinati all’alimentazione umana e dei mangimi zootecnici. Può intervenire anche qualora ci siano degli animali selvatici morti su cui va eseguita la necroscopia oppure se la carcassa è da mandare allo smaltimento.
Il veterinario nelle Aree Protette
Il medico veterinario è fondamentale anche nelle Aree Protette, sia per intervenire in caso di necessità (come nel caso in cui si trovi un animale selvatico ferito per esempio) ma è importante anche per la tutela delle specie a rischio di conservazione o per la gestione della fauna che, in diverse forme, interagisce con le attività antropiche o direttamente con l’uomo. Il medico veterinario è la professionalità specificamente improntata ad una vision eco-patologica, cioè fondata su un approccio multidisciplinare, funzionale alla comprensione dell’ecologia e della dinamica delle popolazioni animali tutelate, piuttosto che orientata all’intervento terapeutico. Qualora per esempio ci sia da catturare un animale per radiocollararlo, è il veterinario esperto in telenarcosi che interviene per sedarlo.
Conservation Medicine
Tutte queste mansioni dei medici veterinari rientrano nella cosiddetta Conservation Medicine, settore emergente, su scala mondiale, della medicina veterinaria, che si pone come obiettivo un approccio multidisciplinare per fornire indicazioni gestionali sulle popolazioni animali oggetto di conservazione, mediante una conoscenza integrata del peso e dell’azione delle variabili legate all’interazione tra animali, patogeni, uomo e ambiente.
Crediti foto copertina: Matteo Ferretti
Crediti foto testo: Francesca Trenta