Il dolore è un’esperienza sensitiva ed emozionale spiacevole associata a un effettivo o potenziale danno tissutale o descritta in termini di tale danno. Gli animali sono in grado di percepire dolore ma a differenza nostra non possono descrivere verbalmente l’esperienza che provano.
I segni comportamentali del dolore
Spesso i proprietari pensano che gli unici strumenti di comunicazione del dolore siano le vocalizzazioni emesse dagli animali. Tuttavia è opportuno prestare attenzione ad altri segni del dolore come l’aggressività, la postura, l’andatura anomala e lo stato emotivo dell’animale. Riconoscendoli, infatti, è possibile trattarlo efficacemente.
Le vocalizzazioni sono l’insieme di suoni emessi volontariamente dall’animale con lo scopo di trasmettere informazioni inerenti alla sua identità, al suo stato emotivo e il contesto in cui si trova. Il cane può esprimere il proprio dolore tramite particolari vocalizzazioni (Holton et al., 2001) come:
• pianto/uggiolio. Il pianto è un’espressione di sofferenza o dolore simile al mugolio ma emesso con un tono più forte e a bocca aperta. L’uggiolio, invece, è il primo suono emesso dai cuccioli per attirare l’attenzione materna: se a manifestarlo è un cane adulto esprime dolore;
• gemito/mugolio, suono profondo e intermittente spesso utilizzato per ricercare sollievo dal dolore o in situazioni di disagio e frustrazione;
• urla/grida, rumore continuo, acuto, emesso a bocca aperta.
Un altro aspetto molto importante da considerare è l’aggressività. L’aggressività è la motivazione che spinge ad aggredire un altro soggetto, ma che può anche avere lo scopo di allontanare il dolore, o ancora può insorgere dopo la risoluzione del dolore, come forma appresa legata al condizionamento classico. L’aggressività non è solo una risposta al dolore ma anche alla paura. Bisogna infatti considerare che durante la permanenza in ambulatorio il cane risente della separazione dal proprietario, è circondato da nuovi stimoli e si trova in una ambiente piccolo e chiuso per cui, quando il veterinario o il tecnico tentano di interagire, è opportuno leggere i segnali di pacificazione, di stress, di ansia e/o paura, che l’animale mette in atto. I segnali di pacificazione consistono in posture e atteggiamenti che servono a evitare conflitti, prevenire interazioni negative e calmare sé stessi e gli altri. Non sempre sono sufficienti, quindi la motivazione dell’animale può cambiare, spingendolo a emettere vocalizzazioni, come l’abbaio e il ringhio, come avvertimento volto a aumentare la distanza. Anche la postura dell’animale può servire a comunicare aggressività, e questa può assumere due forme:
• difensiva, corpo basso, orecchie appiattite, coda tra gli arti posteriori, denti scoperti, sguardo fisso. Il cane si prepara ad attaccare l’altro individuo, qualora questi non si allontani o esso stesso non possa evitarlo;
• offensiva, piloerezione, orecchie dritte e portate in avanti, baricentro del cane spostato in avanti.

La postura è l’esposizione del corpo dell’animale e può anch’essa essere indicativa di dolore. Ad esempio, l’animale può apparire cifotico, quando è presente una curvatura della parte alta della colonna vertebrale in senso antero-posteriore e a concavità anteriore. Oppure può apparire rigido, quando è sdraiato in decubito laterale, con gli arti estesi o parzialmente estesi in posizione fissa.
Altro segno di dolore è manifestato dall’andatura anomala del cane, che può zoppicare, quando ha un’andatura irregolare e non appoggia stabilmente le zampe a terra, oppure può essere riluttante e aver bisogno di notevole incoraggiamento. Può anche essere rigido, specie per compromissione della mobilità muscolare e, nei casi più gravi, rifiutare di muoversi (Holton et al., 2001).
Infine, un altro aspetto fondamentale per valutare il dolore è l’osservazione e la comprensione dello stato emotivo del cane, che, se non reagisce alcuna sollecitazione ambientale, può manifestare indifferenza, ma anche nervosismo, ansia e paura e, nel più grave dei casi, depressione. Ad esempio un cane nervoso manifesta un movimento continuo degli occhi, associato al movimento frequente della testa e del corpo. L’ansia è una risposta emotiva che anticipa una situazione che il cane può percepire come pericolosa, e davanti alla quale, adotta un’espressione preoccupata, con gli occhi spalancati mostrando la sclera e corrugando la fronte. Invece la paura è una risposta emotiva riferita a uno stimolo realmente presente e pericoloso, o percepito come tale, che porta il cane a rannicchiarsi, proteggendo il corpo e la testa, o a scagliarsi contro lo stimolo, rimanendo abbassato.

Metodi di valutazione del dolore nel cane
Il primo strumento che può essere impiegato per la valutazione del dolore è la misurazione dei cambiamenti fisiologici. Segni come tachipnea, tachicardia, ipertensione, midriasi e la salivazione potrebbero essere indicativi della presenza di dolore. Altri aspetti importanti per la valutazione del dolore sono le variazioni degli indicatori biochimici (adrenalina, noradrenalina, cortisolo e βendorfine) che però potrebbero essere influenzati dallo stress. Un ulteriore aspetto da considerare è l’accumulo di stress all’interno della clinica che può compromettere il momento perioperatorio. Le possibili fonti di stress durante l’ospedalizzazione sono la separazione dal proprietario, nuovi stimoli visivi, uditivi, nonché olfattivi, l’ambiente piccolo e chiuso, ma anche la severità del trauma chirurgico e le esperienze precedenti vissute in clinica. Come conseguenza dello stress, vi è un aumento del metabolismo basale, del lavoro cardiaco, delle resistenze vascolari e del consumo di ossigeno miocardico. Si registra anche una compromissione della funzione respiratoria che può causare complicazioni polmonari come versamento pleurico, polmonite, e anche disturbi della coagulazione, che possono portare a tromboembolismo (Pereira et al., 2017).
I segni di paura e ansia sono sovrapponibili a quelli del dolore e ciò rappresenta un ulteriore ostacolo al riconoscimento di quest’ultimo. I segni psicologici della paura includono: aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, sudorazione, tremori, aumento dell’attività motoria, urinazione/defecazione. I segni comportamentali, invece, includono: cambiamenti di postura e attività e risposte come flight or fight o freezing (Seksel, 2007). L’intensità del dolore dipende direttamente dallo stimolo che genera la ferita, e il suo trattamento varia a seconda della sua natura e tipo.

Per valutare l’intensità del dolore nei cani sono state progettate diverse tipologie di scale soggettive tradizionali e altre che facilitano la valutazione del dolore combinando l’osservazione di segnali comportamentali spontanei di dolore e la risposta qualitativa alla palpazione della ferita chirurgica. È necessario utilizzare scale specifiche per ogni tipo di dolore, sia esso acuto o cronico, e per ogni specifica specie animale in modo da ridurre al minimo la soggettività degli osservatori portando così a una migliore cura del paziente (Pereira et al., 2017). Le scale del dolore, definite come metodi visivi, categorici e numerici, impiegati sia in medicina umana che veterinaria, nella diagnosi e nella terapia per stimare l’intensità del dolore. Le scale del dolore possono essere unidimensionali, se misurano un unico parametro associato al dolore (es. l’intensità), o multidimensionali, quando prendono in considerazione più livelli del dolore andando a osservare cambiamenti nella postura, nell’attività, nel comportamento, nella risposta alla manipolazione oltre ai parametri fisiologici dell’animale (Della Rocca et. al., 2016).
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