Vai al contenuto

Che fatica la vita da cucciolo: ecco le principali criticità di questa fase

Durante la vita di un cane si possono presentare diversi periodi problematici. Prima fra tutti è la fase da cucciolo, durante la quale l’animale ha ancora pochi sensi sviluppati e dipende quasi completamente dalla madre. Con il passare del tempo il cucciolo acquisisce sempre più indipendenza, iniziando a socializzare con i fratelli ma anche con altre specie, quali per esempio l’uomo. Per affrontare meglio il tema, abbiamo avuto il piacere di intervistare Maria Bombonato, Dottoressa in Allevamento e Benessere Animale ed esperta cinofila, nonché fondatrice di Argento Vivo, centro di addestramento con attività rivolte sia ai cani sia ad altri animali. Buona lettura!

Buongiorno Maria, innanzitutto vogliamo ringraziati per averci concesso la possibilità di intervistarti e di raccontare la tua esperienza. Da dove è nata la tua passione per i cani e da quanto tempo hai fatto di questa passione il tuo lavoro vero e proprio? In che cosa consiste la tua attività?

Ciao ragazzi! Grazie a voi per l’opportunità, seguo con piacere la vostra pagina, una delle poche ad offrire informazioni e spunti zootecnici scientifici, oggettivi e molto interessanti. La mia passione per i cani e per gli animali in generale è nata insieme a me trent’anni fa e si è presto trasformata in una professione: dopo aver conseguito la laurea in Allevamento e Benessere Animale presso la facoltà di Medicina Veterinaria di Milano e diversi attestati di Dog Trainer, ho scelto di trasferirmi in una zona tranquilla di campagna alle porte di Milano, dove vivo con tutti i miei animali e allevo i miei cuccioli di Bracco Italiano; qui mi occupo anche di riabilitazione e socializzazione dei cani abbandonati o maltrattati per poi trovare loro una famiglia per la vita. Grazie ai miei studi sull’etologia canina e alla possibilità quotidiana di osservare le dinamiche sociali che si creano in un branco di cani, tra specie differenti e tra cane ed essere umano, insegno alle persone a rispettare i propri animali e a rafforzare il rapporto che hanno instaurato, permettendo loro di stringere un legame sano e indissolubile e rendendo la convivenza piacevole e costruttiva. Addestro cani e altri animali domestici seguendoli sui set di shooting e campagne pubblicitarie, collaborando con le più grandi case di moda e cinema a livello mondiale e, inoltre, svolgo una serie di attività, anche social, a scopo di informazione e divulgazione zootecnica.

Vorremo porre l’attenzione sui primi periodi di vita del cucciolo, che sappiamo essere momenti molto delicati per questi animali. Siamo inoltre a conoscenza della presenza di periodi sensibili nello sviluppo comportamentale del cane. Sapresti spiegarci meglio in cosa consistono?

I periodi sensibili sono delle fasi inerenti allo sviluppo comportamentale del cane in cui i cuccioli sono ricettivi all’apprendimento tramite associazioni durature nel tempo che andranno ad influenzare il carattere dell’individuo.

I periodi sensibili si dividono in 6 momenti e sono i seguenti:

  1. Prenatale (dal concepimento alla nascita): il cucciolo percepisce il mondo esterno dalla madre ed è quindi importantissimo avere cura di essa e garantirle serenità attraverso una corretta gestione. Di conseguenza, esperienze stressanti per la madre influenzeranno la vita dei cuccioli;
  2. Neonatale (dalla nascita all’apertura degli occhi): i cuccioli di cane nascono sordi, ciechi e incapaci di termoregolare, probabilmente anche l’olfatto è quasi del tutto assente. In questo periodo è importante valutare la vitalità dei cuccioli in base all’osservazione di alcuni importanti riflessi tra cui: il riflesso di intrusione con il quale il cucciolo si orienta in direzione del capezzolo, il riflesso labiale con cui il cucciolo inizia a succhiare non appena le labbra incontrano il capezzolo, il riflesso perineale che provoca l’emissione di feci e urine in seguito a stimolazione materna (questo riflesso è importantissimo poiché la madre, per stimolare l’urinazione e la defecazione gira il cucciolo rovesciandolo in posizione supina e insegnandogli inconsapevolmente e naturalmente un comportamento di pacificazione);
  3. Transizione (dall’apertura degli occhi alla comparsa dell’udito): in questo periodo molto breve avvengono grandi cambiamenti nel cucciolo e inizia il contatto sociale. Il cucciolo comincia a riconoscere la madre anche visivamente e si lega ad essa. La mamma, dalla nascita dei cuccioli fino allo svezzamento, produce dei ferormoni di appagamento che hanno la funzione di rendere i cuccioli più rilassati.
  4. Socializzazione (dalle 3 settimane ai 4 mesi circa): i cuccioli si trovano in uno stato emozionale positivo influenzato dall’ipotalamo e dall’encefalo, che causano una diminuzione della frequenza cardiaca e un successivo rilassamento che permette ai cuccioli di associare più facilmente gli stimoli nuovi. La socializzazione si compone di due fasi, una fase primaria detta intraspecifica (in cui il cucciolo inizia a prendere confidenza con gli individui appartenenti alla sua stessa specie attraverso il gioco e la lotta) e una fase secondaria interspecifica, in cui il cucciolo riconosce e interagisce con altre specie, tra cui l’uomo.
  5. Giovanile (termina col raggiungimento della pubertà tra i 6 e i 12 mesi): durante questo periodo il cane arriva al quasi completo sviluppo fisico e con la pubertà comincia ad avere anche un ruolo sociale ben definito. La presenza di ormoni sessuali fa percepire l’individuo in maniera differente dai conspecifici.
  6. Peripubertario (6-12 mesi): la pubertà è un periodo di metamorfosi importante in cui si sviluppano i caratteri sessuali con produzione di ormoni e ferormoni. Dal punto di vista comportamentale si può assistere ad una regressione della socializzazione con sviluppo di comportamenti di aggressione per la gestione dello spazio individuale e del gruppo e di tutto ciò che è sconosciuto.

È interessante constatare come la gran parte dello sviluppo comportamentale di un cucciolo avvenga in allevamento e si rafforzi positivamente o negativamente in base alle esperienze effettuate e alle conseguenti sicurezze o fobie acquisite in seguito a corretta o meno stimolazione e gestione dell’individuo e del gruppo. Il carattere dell’individuo è formato da una componente genetica ma anche e soprattutto dalle stimolazioni ambientali e dalle esperienze. I cuccioli in allevamento dovrebbero fare il maggior numero di esperienze possibili in base all’età e al periodo sensibile che stanno attraversando: è quindi necessario che l’allevatore sia competente e non improvvisato. Le manipolazioni, le attività, le esperienze a cui viene sottoposto un cucciolo devono essere presentate ad esso consapevolmente, in maniera progressiva e senza forzature. Più esperienze positive avrà il cane nella sua zona di confort (nel suo primo territorio) con il sostegno del suo branco, più sarà in grado di affrontarle con serenità e sicurezza una volta raggiunta la nuova famiglia. Le associazioni che si creano con l’esperienza devono essere il più possibile positive, così ad un determinato stimolo il cucciolo assocerà una sensazione piacevole, viceversa se le esperienze per errore dovessero essere associate ad una sensazione negativa oppure dovessero essere a lui totalmente sconosciute perché tenuto in isolamento, si potrà innescare nel cane adulto la reazione classica “fight or flight” dettata dalla paura, per cui a un determinato stimolo l’animale risponderà con la fuga o con la lotta. È inoltre di fondamentale importanza che i cuccioli abbiano la possibilità di confrontarsi con cani adulti equilibrati (mamma e/o altri componenti del branco), poiché la consapevolezza di sé e i comportamenti appresi tramite imitazione sono importantissimi.

Quale ambiente bisogna fornire ai cuccioli al momento della nascita? Servono particolari arricchimenti ambientali?

I cuccioli devono nascere in un ambiente pulito e igienizzato e devono essere sorvegliati costantemente per valutarne la vitalità e controllare che la mamma non li schiacci per sbaglio: per questo è opportuno posizionare nella cassa parto una barra anti-schiacciamento. Se la temperatura è troppo bassa possono essere impiegate lampade riscaldanti a infrarossi (posizionate ad una corretta altezza), ma non ci si deve dimenticare di tenere sotto controllo anche la percentuale di umidità dell’aria. Temperature troppo alte possono portare alla morte del cucciolo. Anche se i cuccioli sono coperti dagli anticorpi materni per via placentare e per ingestione di colostro, è opportuno pulire e igienizzare la cassa parto quotidianamente, per evitare proliferazioni batteriche. Gli arricchimenti ambientali sono importanti dalla fase di transizione in poi: più oggetti, materiali, suoni, rumori, odori, conoscerà e assocerà a sensazioni positive, più sarà un cane equilibrato e sicuro di sé.

Al momento della nascita, dal punto di vista sensoriale, quali sono le peculiarità del cucciolo di cane?

Le capacità sensoriali del cucciolo al momento della nascita sono molto limitate, così come sono limitati i modelli comportamentali: i comportamenti che manifesta sono innati e quindi ereditati dai geni dei genitori. Diversamente dagli erbivori, per esempio, che essendo prede e non predatori nascono già in grado di vedere, sentire e seguire la madre, i cuccioli di cane nascono sordi e ciechi e con un olfatto quasi nullo e di conseguenza anche il gusto quasi per niente sviluppato; sono però in grado di emettere vocalizzi e pigolii, quando per sbaglio rotolano lontano dalla mamma (è una richiesta di cure che permette a quest’ultima di accorgersi della loro presenza) e durante la suzione. Possiamo dire che nella fase neonatale i cuccioli rispondano al contatto, al dolore e al freddo, strisciano e attuano movimenti vibranti della coda durante la suzione.

Visiti i pochi sensi sviluppati al momento della nascita, esistono delle tecniche che permettono di favorirne lo sviluppo? Se sì quali e che benefici comportano?

Esistono degli esercizi di stimolazione sensoriale tattile neonatale specifici per aiutare lo sviluppo neurologico del cucciolo che apportano benefici all’animale come maggior tolleranza allo stress ambientale, miglioramento delle prestazioni cardiovascolari e battiti cardiaci più forti, ghiandole surrenali più forti e maggior resistenza alle malattie. Gli esercizi di stimolazione tattile vanno eseguiti una volta al giorno per pochi secondi. Io personalmente non seguo alcuno schema di “esercizi”, ma manipolo i miei cuccioli e li sottopongo a piccoli stress positivi secondo un mio personale programma diverso per ogni cucciolo in base ai meccanismi di stimolo-risposta che osservo.

È vero quindi che sottoporre il cucciolo a piccoli stress durante i primi periodi di vita può essere utile? Il cane adulto saprà poi rispondere in maniera più adeguata alle nuove situazioni che gli si presenteranno?

Verissimo! Vale per il cane ma vale per qualunque forma di vita, l’eustress, ovvero lo stress positivo, si verifica quando uno o più stimoli anche di natura diversa allenano la capacità di adattamento psicofisica individuale. Questi stimoli ambientali spingono il soggetto a reagire e ad adattarsi all’ambiente circostante attraverso un particolare processo definito coping. Se l’intensità, la frequenza e la durata dello stimolo non riescono ad attivare il processo di coping lo stress sarà definito distress (stress negativo) con conseguenti problemi psicofisici e di riduzione della produttività.

Per concludere l’intervista vorremmo trattare una tematica particolarmente delicata. Purtroppo, delle volte capita di sentire di intere cucciolate o singoli cuccioli di pochi giorni che vengono abbandonati; cosa consiglieresti di fare ad una persona nel momento in cui trovasse questi cuccioli e decidesse di prendersene cura?

La cosa migliore se si trova un cucciolo o una cucciolata di pochi giorni è quella di trovare una balia, quindi una mamma in lattazione che possa prendersi cura dei piccoli trovatelli attraverso la motivazione epimeletica. La balia sarebbe fondamentale oltre che per il nutrimento anche per lo sviluppo del comportamento dei cuccioli. In alternativa bisogna tenere i cuccioli al caldo, ma senza rischiare che si disidratino per eccessivo calore (secondo la mia opinione l’ideale è 26°C ma c’è chi sostiene che siano più indicati i 30°C) e provvedere all’allattamento dei cuccioli con biberon o siringa (o sondino gastrico). Il latte va proposto ad una temperatura di 37° C ogni due ore circa e il cucciolo deve mangiare quotidianamente l’equivalente del 20% del suo peso, nel frattempo bisogna tenere monitorata la temperatura del cucciolo (se è troppo bassa e si forza il nutrimento il cucciolo potrebbe andare in blocco intestinale e morire). Il latte va somministrato con il cucciolo in posizione prona, mai sollevarlo o tenerlo in braccio come fosse un bambino. Dopo il pasto, con un dischetto di ovatta o del cotone, bisogna inumidire la zona genitale e perineale per permettere al cucciolo di evacuare: si tratta di un passaggio importante da non trascurare.

Per altri articoli interessanti, continua a seguirci su Vet’s Pills!