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Alimentazione del coniglio da compagnia: tutto ciò che occorre sapere!

La domesticazione del coniglio (Oryctolagus cuniculus) è avvenuta fra il quinto e il decimo secolo, e, fatta eccezione per l’Antartica, questo piccolo mammifero è presente su ogni continente. A lungo è stato incluso fra i roditori, ma oggi sono classificati come lagomorfi: questo perché, a differenza dei roditori, i conigli possiedono ben due file di incisivi superiori. Prima di descrivere l’alimentazione corretta per il coniglio è importante accennare brevemente come funziona la sua digestione.

Cenni di anatomia e fisiologia dell’apparato digerente del coniglio

Più che erbivoro, il coniglio, che si ciba in natura prevalentemente di foglie ed erbe verdi, si può definire folivoro. Essendo una preda, la sua attività deve essere rapida, per cui anche la sua digestione e metabolismo si sono adattati a questa necessità. Come negli altri erbivori, sono le fermentazioni della fibra vegetale ad opera dei batteri intestinali da cui derivano l’energia. La camera di fermentazione nel coniglio è nell’intestino cieco, proporzionatamente più grande di tutti gli altri mammiferi esistenti. Non possedendo la capacità di visione frontale come noi umani, i conigli identificano il cibo attraverso le sensibili vibrisse presenti sulle labbra, per poi afferrare l’alimento con i loro caratteristici incisivi. Prima di essere ingerito, il pasto viene tritato accuratamente con i molari e premolari presenti a livello della mandibola.

Superato l’esofago, il bolo alimentare raggiunge lo stomaco, che con il suo ambiente acido dovuto alla secrezione di acido cloridrico, avvia la digestione delle proteine a opera dell’enzima pepsina. Il tempo in cui il cibo permane nello stomaco nel coniglio è approssimativamente dalle 3 a 6 ore. Raggiunto l’intestino cieco, le fibre grossolane non digeribili passano nel colon dove vengono eliminate rapidamente come feci dure e secche. Particelle di cibo più piccole ed i fluidi, invece, vengono assalite dai batteri del cieco, che, utilizzandole per il proprio nutrimento, producono come scarti acidi grassi volatili e sintetizzano proteine e vitamine. Si vengono quindi a formare dei pellet intestinali, detti ciecotrofi, più morbidi e lucidi che vengono successivamente eliminati; giunti all’ano, essi stimolano un riflesso che porta il coniglio a ingerirli. Questo particolare sistema alimentare, che non va confuso con la coprofagia, garantisce al coniglio di rimanere agile e pronto a scappare dai predatori anche durante la digestione. I ciecotrofi contenenti aminoacidi, vitamine e acidi grassi sono digeriti nel piccolo intestino.

Piramide alimentare del coniglio: cosa non deve mai mancare?

Prima di addentrarci sugli alimenti principali che deve contenere la dieta del coniglio, un fattore essenziale è sicuramente l’acqua. L’animale infatti può avere seri problemi e addirittura morire per mancanza di acqua piuttosto che di alimento. Il coniglio ne regola il consumo in base al tipo di dieta: la verdura fresca ne limita il consumo, al contrario di una dieta pellettata che deve essere integrata con molta acqua. In genere sono necessari 0.5 L di acqua al giorno, per le fattrici invece il consumo sale a 3.8 L/giorno.

La piramide alimentare è un modello che indica quali alimenti devono essere presenti nella dieta di un coniglio domestico. Alla base si trovano gli alimenti più importanti e che devono essere assunti in maggiore quantità, come:

  • fieno verde, profumato e privo di polveri o muffe, che deve essere sempre a disposizione;
  • erba, fondamentale perchè consumati in natura (attenzione alla contaminazione con sostanze chimiche!);
  • verdure fresche, somministrate pulite e a temperatura ambiente sono un’integrazioen al fieno.

All’apice della piramide, invece, si trovano alimenti che vanno somministrati con moderazione, quali:

  • pellets, massimo 1 o 2 cucchiai al giorno e composto da erbe sfarinate, fieno e vegetali (NO cereali o semi);
  • frutta, massimo 1 o 2 volte la settimana poiché è ricca di zuccheri;
  • premi, come uvette e frutta secca.

Alimenti SI:

  • erba come gramigna, achillea, piantaggine, malva, pratolina, cicoria, portulaca, trifoglio, tarassaco, erba medica, fleolo, erba mazzolina, avena, orzo, dente di leone, borragine;
  • verdure come radicchio, indivia, sedano, ravanelli, peperoni, carote, lattuga, rucola, zucchine, catalogna, carciofi, broccoli, bietole, cavolo, cavolfiore, spinaci, coste, crescione, finocchi, fagiolini, rosmarino, timo, salvia, menta, melissa, verza;
  • frutta come mela, pera, banana, ananas, albicocca, anguria, ciliegia, fragola, melone, pesca, kiwi, lampone, prugna, uva, uvetta.

Alimenti NO, che bisogna assolutamente evitare:

  • erbe e piante come edera, belladonna, tasso, stramonio, cicuta, ciclamino, digitale, colchico, equiseto, felce, grano saraceno, segale cornuta, ranuncolo, tabacco, mandorlo, pesco;
  • dolci e farinacei;
  • verdure e vegetali come aglio, avocado, cipolla, legumi, melanzane, patate, porro, rabarbaro, funghi, peperoncino, insalata iceberg e in generale verdure cotte o surgelate;
  • proteine animali;
  • semi interi o estrusi.

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